ikat

L’ IKAT, IL DECORO DAI CONTORNI SFUMATI COME LE NUVOLE

Oggi vorremmo parlarvi dell’Ikat, una tecnica di tintura dei filati, che permette di ottenere dei disegni bellissimi dai contorni sfumati.

Nata originariamente in Malesia e Indonesia, si è poi sviluppata in maniera indipendente in molte culture e continenti diversi, quali il Perù e Guatemala, il Giappone, lo Yemen, l’India e l’Uzbekistan.

Il termine ikat è indonesiano (“mengikat”) e significa annodare, legare, perché alcune parti dei filati vengono protette tramite una stretta legatura per non essere tinte, mentre le parti non legate si colorano. Si ottiene così un filato colorato soltanto parzialmente, che una volta tessuto rivela un animato disegno decorativo dai contorni sfumati.

Con la parola ikat però non si intende solo la tecnica, ma anche i tessuti stessi fatti a mano, colorati con la stessa tecnica. Alcuni tessuti sono fatti tingendo i fili dell’ordito (i fili fissi che sono attaccati al telaio), alcuni tingendo i fili della trama (i fili che vengono effettivamente tessuti dentro e fuori i fili di ordito). In alcuni tessuti sono tinti sia l’ordito sia la trama, una tecnica nota come ikat doppio.

La procedura è molto lunga, oltre che molto complessa, tanto che richiede una notevole abilità, e proprio per questo all’interno delle culture che li hanno prodotti, questi tessuti erano tipicamente degli status symbol. Addirittura in Indonesia fino a meno di un secolo fà era privilegio esclusivo delle famiglie nobili confezionare ed indossare abiti ikat e chi violava la norma poteva anche essere punito con la morte.

L’India e l’Indonesia hanno le loro antiche tradizioni di fabbricazione di questi tessuti, tuttavia, sono i tessuti ikat dell’Uzbekistan che sono diventati un successo recente nelle industrie della moda e dell’interior design per i loro disegni grandi e audaci e per il fatto di mescolare inimmaginabili colori che inizialmente penseresti non funzionerebbero bene insieme.

Oggi l’ikat è il tessuto nazionale dell’Uzbekistan, dove viene prodotto soprattutto nella regione meridionale, nelle città di Bukhara, Samarcanda, Tashkent, Khiva e la città di Kokand nella valle di Ferghana.

Gli Uzbeki chiamano il tessuto ikat in seta “Khan Atlas” che letteralmente significa “raso di seta reale”, perchè è un tessuto lussuoso, meraviglioso al tatto, che brilla delicatamente alla luce. A testimonianza dell’animo poetico del popolo uzbeko, si racconta che, una volta, ad un maestro creatore del Khan-Atlas è stato chiesto: “Come hai fatto?” ed egli rispose : “Ho preso una foglia, a cui ho aggiunto il colore dei petali dei tulipani, il rossore dell’alba, l’azzurro del cielo notturno e lo scintillio degli occhi della mia amata ragazza…”.

Teli di Khan-Atlas sono una parte obbligatoria della dote di una sposa uzbeka.

Noti sono gli ikat in seta, quelli in cotone e seta e quelli di velluto in seta, oppure in cotone e lino.

Per quanto riguarda l’arredamento, l’ikat è il decoro ideale per gli ambienti chiari e neutri: un interno bianco, grigio o beige, infatti, farà risaltare ancor più i suoi colori accesi, che regaleranno un tocco allegro e vivace al locale. Invece se l’ikat è realizzato con tinte pastello, questo decoro saprà infondere delicatezza alla stanza. Nella raffinata versione in bianco e nero darà originalità ed eleganza agli interni più sobri e moderni. L’importante è evitare il total look, che sarebbe decisamente eccessivo e puntare sugli accessori, come ad esempio i cuscini.

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CUSCINI IKAT

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